Maestro Bakalite
Lurker
Originariamente composto da Olderico
---§§---§§---
Si narra, che ogni uomo segua il proprio destino senza opporvi mai resistenza quasi consapevole del fatto che sarebbe inutile opporsi al volere divino.
Pochi uomini, a dispetto di tutto, hanno tentato di ribbelarsi a tale consuetudine, perseguendo i loro sogni,ideali o cerca, tali uomini si innalzano al disopra di tutti gli altri poiche solo chi esercita il libero arbitrio è artefice del proprio destino.
---§§---§§---
Dal Diario personale di Olderico De Bernard
Le Origini
La mia casata affonda le proprie radice in due regni che per molto tempo, e forse tutt'ora, sono stati sempre in guerra.
Il capostipite della mia casata era un nobile Cavaliere di Bretonnia, Duca Goffredo De Bernard della Casata di Carcassone.
In quel periodo Bretonnia aveva mandato una spedizione per liberare i principati di confine dalla presenza degli Orki, il Duca Goffredo faceva parte di quella spedizione.
La guerra durò per molti anni ma alla fine i Principati furono nuovamente liberi, molti cavalieri tornarono in patria mentre altri rimasero a guardia di quelle terre stabilendovi la propria dimora.
Quelle terre forse per la loro posizione strategica o forse per le ricchezze che si riteneva nascondessero furono oggetto e ossessione della cupidigia di molti Conti e Marchesi dell'Impero, scoppiarono cosi nuovi tumulti e la guerra incendio nuovamente quelle terre.
Passarono altri anni ed alla fine i due regni Bretonnia e Impero riuscirono a trovare un accordo, ed i principati vennero divisi.
Fu in quegli anni che Goffredo si innamoro della giovane Alma primogenita del Conte Von Rhanz.
I due convolarano a nozze e sebbene la famiglia di lei non era d'accordo alla fine il matrimonio venne accettato.
Dalla loro unnione nacque Frederigo, ma quelli erano anni cupi e la gioia di un figlio venne spenta dalla guerre. Da Ovest il principato di Luccini spingeva per estendere i propri domini, da Est scorribande degli Orki erano il presaggio di un immenente Waag, ma un cancro ben piu pericoloso rodeva e consumava quelle terre dal di dentro. Orde si Skaven, uomini ratto, si muovevano nelle profondita della terra e non vi era piu capanna o castello che fosse al sicuro.
La Guerra divampo nuovamente, il male si fece strada fra i corpi senza vita e difensori e attaccanti vennero consumati dall'odio e dalla disperazione.
Molti anni passarono da quel periodo, a Frederico seguirono altri Cavalieri ma col tempo le tradizioni divennero ricordi e questi lontane leggende.
---§§---§§---
Quando venni al mondo i Principati erano l'ombra di quelli che furono un tempo, da principati Bretoniani a Colonie Imperiali adesso convivevano nelle stesse terre uomini che delle proprie origini ricordanopoco o nulla, pirati, e altre orrende bestie.
All'eta di otto anni venni istruito all'arte della guerra, mio padre Frederico III, memore di un antica tradizione Bretoniana appose alla mia nascita, una spada accanto alla culla, la tradizione della Spada di Nascita di Carcassone voleva che nello stesso momento in cui il bambino fosse riuscito a brandirla sarebbe stato istruito alla guerra.
Fu cosi che all'eta di 12 anni mi ritrovai gia abile nella scherma, ma ero pur sempre un bambino e come tale mi divertivo a giocare ai cavalieri con i figli dello stalliere Otto e Franz, mio padre era sempre in Bretognia nostalgico dei racconti sul Duca Goffredo di Carcassone, ma da questi viaggi non fece piu ritorno, al comando della nostra casata sali il fratello il Duca Manledro e da quel momento le ombre avvolsero tutto il castello.
Non avendo compiuto la matura eta non potevo prendere il posto di mio padre, e per allontanare la mia minaccia al suo potere il duca Manledro mi spedi a Luccini per impare a combattere ma in cuor suo si augurava la mia morte.
In quegli anni molte furono le guerre alle quali partecipai e delle quali non capivo il motivo, ma ad un soldato non è dato pensare e l'unica cosa che potevo fare era combattere e combattere fino allo stremo finche non vi erano piu nemici, fu in quegli anni che la mia foga e rabbia ne combattere mi valsero il nome di Malatesta, ma gli altri non potevano capire quali sentimenti bruciassero il cuore di un uomo che fu bambino per soli 8 anni e che non conobbe mai l'affetto dei propri genitori, l'unica cosa che mi era stata accanto era la mia spada e ad essa mi legai celebrandola in battaglia lavandola con il sangue dei miei nemici.
---§§---§§---
---§§---§§---
Il 18 anno
In quegli anni, acquisi molta notorietà fra i soldati di ventura che affollavano il regno di Luccini, tanto da essere nominato capitano.
L'esercito nel quale prestavo servizio era quello del Conte Rodrego un'accozzaglia di mercenari provenienti da tutti i principati, gente stolta e accecata dalle ricchezze promesse eccetto per un piccolo gruppetto di uomini sempre vestiti di nero che il conte aveva da poco assoldato. Di loro si perdevano le tracce prima di ogni attacco ma ricomparivo al termine di questo con la testa del generale nemico.
Il Conte Rodrego era un avido e panciuto signorotto che aveva ereditato il suo titolo a seguito di assassini e complotti.
Non sapevo molto su di lui e non mi importava poi molto,l'unica cosa che volevo era riscattarmi e tornare alla mia vecchia casa.
---§§---§§---
Alcuni mesi dopo il mio 18 anno il Conte mi mando a chiamare.
<< Capitano Olderico presto dovremmo scendere in guerra, dovremo difende il castello, un re dei nani ha rivendicato tali territori come i suoi....è un pazzo se crede che cederò alle sue richieste>>
Aveva uno sguardo strano misto di rabbia e paura.
<< vi assegno un compito dovete uccidere il generale nanico prima che quelli lo facciano per il loro signore>>
" Quelli " erano quegli strani uomi vestiti in nero comparsi nel nostro esercito qualche anno fa, venni così a sapere che erano sicari elfi oscuri e che erano stati loro a convincere il Conte ad assoldarli, e dalle parole del Conte pareva che il loro scopo fosse quello di uccidere tale generale nanico.
Forse per paura di venir ucciso il Conte mi affido tale incarico alla cui pericolosità non badai forse per quelle parole che il Conte mi disse alla fine:
<< Portami la testa del generale Olderico e riavrai la tua libertà, potrai ritornare nella tua casa e vendicarti così dei crimini commessi da tuo zio Manledro>>
Tutto mi fu chiaro, la scomparsa dei miei genitori, il mio esilio fu tutta opera di Manledro.
Quella notta illuminato dal fuoco di una fucina scrissi il nome di Manledro sulla mia spada e giurai su me stesso che non avrei mai avuto pace finche non avrei fatto giustizia
La mia Giustizia!
---§§---§§---
Una settimana dopo l'esercito nanico strinse d'assedio la fortezza del conte.
La guerra duro per giorni e molti uomini e nani trovarono la morte, i nani non mollavano la presa come se quel castello fosse loro per diritto il nostro esercito riusci a respingere le prime ondate facendo ritare i nani.
Ma quella che sembrava una ritirata altro non era che una tremenda trappola, il Conte mando quasi tutto l'esercito all'inseguimento, ma oltrepassate le colline la grandezza dell'errore commesso fu palese a tutti.
Ci ritrovammo un intera batteria di cannoni davanti, il suo urlo squarcio il cielo e la furia dei nani si abbatte su di noi.
Non potendo fare altro spronai i miei uomini e li condussi verso un gruppetto di nani appostati sul finaco destro, una volta in corpo a corpo saremmo stati salvi dai colpi di cannone.
L'esercito del conte ormai diviso in due venne attaccato dai nani il suono dei loro corni riecheggiava tutt'intorno.
Le nostre sorti erano ormai segnate ma l'improvvisa comparsa del gruppo degli Elfi oscuri adesso molto piu numeroso prese alla sprovvista tutti, i nani bruciarono di odio alla loro vista e si scagliarono sugli elfi facendo salva la vita di molti uomini.
L'esercito fu chiamato a raccolta. Il Conte palesemente impaurito promise ricchezze e onore a tutti e l'esercito attacco di nuovo.
Nel caos totale nani uomini e elfi oscuri si combattevano, ormai contava solo riuscire a restare in vita.
Al termine della giornata, l'esercito dei Nani venne soverchiato ed infine schiacciato, dell'esercito del conte restava ormai poco cosi come del contigente degli Elfi.
Durante glil ultimi scontri mi lanciai all'attacco del generale nanico, Thangrim era il suo nome. Era possente e i colpi della sua ascia vibbravano nell'aria risuonado.
Nonostante avessi combattuto numerose battaglie mi era difficile tenergli testa
<< Umano non so cosa ti spinga a combattere ma questa guerra non è la tua>>
disse
<>
<< Sono Spiacente la vostra testa sara la chiave per la mia libertà >> risposi
<< e sia la furia dei Nani colpira anche te>>
Lo scontro fu durissimo, ero stremato ma dentro di me non sentivo la solita furia che mi valse il mio soprannome, provavo qualcosa di diverso per quel Nano stima o forse rispetto.
Non feci in tempo a terminare i miei pensieri che una salva di frecce nere investi da dietro Thangrim due di queste mi ferirono alle gambe e caddi a terra
<< Un cambattimento troppo lungo pelle chiara >> non capivo chi fosse e sentivo che le forze mi stavano abbandonando
<< sempre a dilettarvi nel combattimento voi stolti uomini dovreste conoscere le arti di uccisione del nostro signore e padrone, ma forse non riuscireste a capirle >>
Un ombra scura apparve, era Ghenladan maestro assassino degli Elfi Oscuri.
<< Ghenladan !!!! conosco la tua voce >>
tuono la voce di Thangrim straordinariamente ancora in vita
<< ahahaha povero nano sei gia morto eppure ancora ti aggrappi alla tua vita?>>
<< il rancore ci tiene in vita piu di quanto potresti pensare Elfo >>
Il nao si getto all'attacco ma un altra salva di frecce lo investi, egli cadde ma si rialzo nuovamente, ma il bagliore di una lama spense definitivamente la sua vita
<< stupidi nani sfidare la morte è impresa assai ardua specie se il marchio di Khaine è gia impresso sulla carne, AHAHAHAHAHAH>>
Le forze mi abbandonarono e persi i sensi
---§§---§§---
---§§---§§---
Il Risveglio
Non saprei dire per quanto tempo rimasi incosciente, ma nel buio di quel sopore una voce roca mi destò:
<< Ehi!! Qui c'è uno !!>>
<< E' uno dei nostri fratelli?>>
<< No è un omino>>
Quando apri gli occhi vidi le figure di due Nani che mi oservavano sospettosi
<< Tagliamogli la testa!! dico io, non vedete quanti dei nostri sono caduti accanto a lui?? >>
<< No, dobbiamo tenerlo in vita, dobbiamo sapere cosa sia successo qui credo che molte pagine saranno aggiunte al grande libbro dei rancori>>
I due continuarono a parlottare in nanico, provai ad alzarmi, ma la lama di un ascia si poso sul mio collo,
<< non provare a muovere un muscolo omino o la tua testa andra a saziare i porci >>
<< Fratello Thonr , fratello Ghorf fate alzare l'umano>>
le ossa mi dolevano e mentre mi alzavano la spada mi cadde dalle mani incapace di trattenerla.
Il Nano che aveva dato l'ordine la raccolse e la osservo
<< ... una spada Bretoniana.. di Carcassone pergiunta, qui a Luccini nei Principati ed adesso in mano ad un Nano, sono curioso di conoscere la sua storia ma questo non è il tempo per i ricordi, molti morti aspettano sepoltura e una giusta vendetta.. >> un particolare incuriosi il Nano
<< Manledro, questo nome è annoverato nel nostro libbro dei rancori, ma la sua storia è ormai conclusa, tuttavia il suo nome su questa spada ti lega a lui e come lui dovrai morire>>
A quelle parole un grande vuoto mi inghiotti, mentre un improvviso odio verso tutti e tutto cominciava a bruciarmi dentro . Il Nano si accorse del cambiamento
<< Non sei dispiaciuto della morte di uno della tua casata; No, lo leggo nei tuoi occhi, vedo odio e non disperazione, allora dimmi umano cosa ti legava a quel uomo?>>
Raccontai al nano la mia storia ed egli sembro comprendere i miei sentimenti, quando terminai il nano si accese una pipa e sembro riflettere su quanto da me raccontato.
<< Umano i fatti di oggi ti scagionano in parte, per tua mano molti dei nostri sono morti, sarà quindi il consiglio a decidere sul tuo futuro, per adesso ti basta sapere che sei difronte a Dugrim ChiomaRossa >>
Qualcosa mi colpi alla testa e le tenebre calarono nuovamente su di me.
---§§---§§---
Ricordo poco o nulla di quel viaggio, solo poche parole e qualche immaggine sbiadita, di certo al mio risveglio mi ritrovai in una qualche roccaforte Nanica chissà dove nel mondo.
Nei giorni che seguirono Dugrim mi porto davanti ai grandi generali e consiglieri di quella fortezza, da quanto avevo capito la mia vita era legata al loro giudizio.
<< Hai fatta salva la vita Umano>> disse Dugrim dopo una lunghissima giornata passata davanti al grande consiglio.
<< Ma ad una condizione, non dovrai mai pronunciare ad anima viva quanto hai visto della fortezza ne dovrai mai pronunciare i nomi di coloro che ti hanno giudicato, se disonorerai tale giuramento la morte verra a risquotere quanto in quel campo gli fu tolto>>
Negli anni che seguirono, scelsi di restare con i nani, venni assegnato al clan dei Ranger che operava in superficie, la fortezza sotterranea era a me preclusa e mai piu mi fu concesso vedere le sue grandi sale.
Dugrim ChiomaRossa, osservava il mio operato e fu felice nel vedere che mi battevo contro i loro nemici.
Passarono quasi 5 anni e un giorno Dugrim mi disse
<< Olderico è giunto per te il tempo di partire, i capi hanno valutato il tuo operato, il debito nei nostri confronti è ormai pagato, sentiti libero di andare dove meglio credi >>
Fu cosi che mi condusse in cima ad una collina, il sole stava calando e i suoi raggi di color rosso tinteggiavano l'inizio di una nuova sera.
<< quelli che vedi a nord est sono i monti grigi, al di la l'Impero si erge solitario a bastione nella lotta contro forze che ancora non hai conosciuto.
La grande foresta che vedi sotto tali monti è la foresta incantata degli Elfi dei Boschi, piu leali di quelli da te conusciti a Luccini,se leali si possa dire degli Elfi, ma per questo non meno spietati e crudeli, se tieni alla vita non avventurarti per quella foresta.
Le grandi distese che vedi a sud ovest sono le terre natie della tua casata,il regno di Bretonnia dimora dei cavalieri, oscuri poteri di necromazia incombono su quelle terre e i cavalieri sono costretti a combattere per mantenere questa minaccia lontana,
le vie sono molte come vedi adesso sta te prendere in mano il tuo destino.>>
Addio Olderico amico dei Nani!!!>>
---§§---§§---
Il lungo cammino
Molti giorni passarono da quando lasciai il territorio dei nani. Seguì un piccolo sentiero che si insinuava fra i monti. Sebbene in principio non avessi idea di che strada percorre, pian piano si fece sempre piu pressante il desiderio di visitare i luoghi di nascita di mia madre.
Sapevo poco dell'Impero, da piccolo gli insegnanti mi istruirono sulla storia di Bretonnia ma quelle regole e quelle tradizioni non mi appartenevano eccetto forse per la spada.
Cosi seguendo quel sentiero mi innoltrai nel territorio dell'Impero.
Lungo il camino trovai un cartello, indicava la direzione per quella che sapevo essere la capitale Altdorf e ammoniva i visitatori: << perseguite la retta via o stranieri che vi aggingete a posare i vostri passi nel territorio di Sigmar, Egli vi osserva e il suo martello vi schiaccerà qualora lascerete la retta via per innoltrarvi lungo le vie perniciose ed eretiche dei poteri oscuri >>
Camminai solitario ancora per qualche giorno prima di incontrare qualcuno, una piccola carovana.
Parlai con quella gente e mi dissero che si stavano dirigendo a nord dell'Impero verso la capitale.
Erano contadini ed operai che si spostavano per cercare lavoro, accennavano a dei movimenti su ai confini nord, parlavano di un ombra che presto sarebbe scesa sull'Impero e che Sigmar avrebbe avuto bisgno di ogni uomo per salvare ancora una volta il paese.
Non badai molto alle loro parole, sapevo che spesso le voci su qualche avvenimento cambiavano molto rapidamente passando da bocca in bocca.
In quei giorni di viaggio appresi molto sull'Impero e dei suoi nemici che lo rodeva dall'esterno e dall'interno: Orchi, uomini bestia, vampiri ,necromanti, Chaos.
<< Un ottimo posto per brandire la mia spada >> pensai
Altri giorni trascorsero, poi all'improvviso il terrore ci assali.
Erano le ultime ore di un pomeriggio di autunno quando qualcosa a me sconosciuta assali la carovana con un impeto e una furia mai vista.
Cercammo di organizzare una disperata difesa, i carri vennero radunati e usandoli come scudo ci preparammo a resistere.
Erano delle strane creature, mezzi uomini e mezzi bestie si muovevano veloci emetterndo orribbili grugniti.
I fucili fecero fuoco dopo che il lamento di quello che doveva essere il loro capo ruppe il silenzio. Le bestie ci piombarono addosso.
Mentre attendevo che quelle creature si avvicinassero lessi nei volti di quelle persone le atrocità a cui dovevano sottostare abitualmente e pensai che non ve luogo in questo mondo in cui un giusto possa vivere seneramente, la giustizia va perseguita con la forza.
Combattemmo disperatamente cercando di respingere quei mostri, l' odio che bruciava dentro di me mi dava la forza di continuare a combattere, gli anni di guerra e di addestramento mi avevano reso piu forte e la mia prova sarebbe presto giunta.
Dopo essermi liberato dell'ennesima bestia, vidi defilata l'ombra di un essere piu grande di quelli che ci stavano attacando, decisi di lanciarmi all'attacco.
Quell'essere si accorse del mio sguardo che lo fissava ed in segno di sfida emise un urlo disumano lanciandosi poi anch'egli nella lotta.
lo scontro fu feroce, i colpi saettavano nell'aria con una velocità sorprendente falciando tutto cio che ci circondava.
Nonostante la sua forza quella creatura menava colpi a caso e parava i miei istintivamente, spinto solo da istinti animaleschi, decisi che avrei atteso un suo attacco per ucciderlo.
L'enorme mazza della creatura si alzo sopra la sua testa per sferrare un colpo micidiale ma l'arco della mia spada gli squarcio l'addome e il suo attacco perse di forza mentre mi colpiva alla spalla.
Rimasi sorpreso nel vedere quella creatura in preda al panico dimenare colpi a nemici invisibbili fracassando ossa e teste dei suoi simili, con un rapido gesto posi fine alla sua esistenza e la testa di quella creatura rotolo fra l'erba.
Con la spalla dolorante non potevo piu brandire la spada con due mani ma quelle persone avevano bisogno del mio aiuto.
Mi precipitai verso i carri e ricorrendo a tutta la mia forza resistetti al dolore per quanto ne fui capace.
I corpi di quelle bestie cadevano uno dopo l'altro e prima del calar della notte lo scontro ebbe termine.
Stremato mi accasciai a terra poggiandomi accanto alla ruota di un carro, i feriti erano molti ma fortunatamente riuscimmo a contenere le perdite.
Quando fummo pronti decidemmo di partire alla volta di un villaggio vicino, non potevamo affrontare un altro scontro, se quelle creature avessero voluto riattaccarci non avremmo avuto una seconda possibilità.
L'esser a non piu di un paio d'ore da quel villaggio rincuoro molti di noi.
il villaggio era quello di Kemperbad
---§§---§§---
Kemperbad
Era ormai notte fonda quando uno sparuto gruppo di viaggiatori entro al villaggio.
Le fiaccole brillavano rosse nell'oscurità della notte e molti cuori si sentirono sollevati nel vedere quelle luci.
Alcuni di noi trovarono posto in una piccola locanda, gli altri si accamparono in un piccolo spiazzo. Una grande statua dominava la piazza, benche rotta rappresentava la figura di un uomo possente, dietro illuminata da alcuni focolari un'antica cappella, nella porta principale uno stendardo raffigurava un martello ed una stella cometa a due code.
Stremato dalle forze mi sedetti accanto alla grande statua, riscaldato dai fuochi della piccola carovana.
---§§---§§---
<< Ti stavo aspettando giovane Olderico >>
una voce mi desto dal sonno.
Il chiarore di un nuovo giorno investi i miei occhi, abbassai lo sguardo accecato da quella luce, senza riuscire a vedere clui che mi stava parlando, a terra i raggi proiettavano la sua ombra, l'ombra di un uomo possente.
<< chi siete e come fate a conoscere il mio nome?? >>
<< conosco molte cose giovane guerriero >>
Alzai nuovamente lo sguardo per vedere quest'uomo e restai sbalordito nell'osservare che era un anziano prete.
il viso segnato da una vita di lotte e la voce profonda di chi ha conosciuto molto piu dei comuni mortali.
<< vieni con me >>
Segui quell'anziano prete all'interno della cappella, dentro la luce fioca di mille candele illuminava un altare su cui era poggiato un antico tomo, dietro di questo la figura di un uomo era intarsiata sulla grande finestra, in mano stringeva un libbro e nella destra un possente martello.
<< colui che stai mirando è il nostro signore Sigmar, grazie a lui queste terre furono unificate ed i nemici annientati, egli si erse come una grande stella su queste terre e la sua luce illumino le vite e i cuori di centinaia di uomini, ma ahi me piu grande è la luce che brilla piu grande sarà l'ombra che da essa si genera.
La pace duro solo per poche decadi nuovi nemici incombono su queste terre a noi comuni mortali è dato il compito di perseguire gli insegnamenti del nostro Sommo Signore Sigmar >>
Il prete continuo nel suo racconto e restai ammaliato dalle sue parole, avevo vissuto senza uno scopo, combattendo per disperazione e odio, forse furono quei discorsi o le parole dell'anziano, ma in cuor mio sapevo di aver trovato una causa per la quale sarebbe valso la pena vivere.
<< conosco la tua storia, ragazzo, le voci viggiano veloci e spesso sono menzoniere ma alcune volte nascondono delle verità.
La giustizzia, l'onore e la devozione rendono un uomo pio ma la vita degli uomini è fustigata dai perniciosi pericoli dei vizi. >>
si avvicino all'altare e ingionocchiandosi pronuncio delle parole in una ligua a me sconusciuta, quando ebbe finito si rialzo e prese con se il libbro.
<< Lascia che Sigmar possa guidare la tua mano, prendi questo sacro testo e lascialo cadere a terra, cio che Sigmar ha in servo per te verra svelato nelle pagine che si apriranno >>
Presi in mano il tomo e sebbene riluttante, lo lasciai caddere in terra, seguito dallo sguardo benevolo dell'anziano prete.
Il tonfo riecheggio per tutta la sala della cappella, quando il libro tocco la dura pietra che lastircava la stanza.
Una leggera brezza fece tremolare le luci delle candele mentre il libro si apriva mostrando le sue pagine.
---§§---§§---
---§§---§§---
Verso Grunburg
Nei giorni che seguirono l'anziano prete mi iscrui alla dottrina di Sigmar, le ferite vennero curate e l'armatura riparata.
La spada venne riforgiata, il nome del mio vecchio zio cancellato ed al suo posto venne inciso : In Sigmar e per Sigmar.
<< adesso sei pronto per incontrare i tuoi compagni, poiche altri prima di te hanno intrapreso il tuo viaggio. A questi uomini il compito di portare la parole di Sigmar ovunque per queste terre.
Volgi il tuo sguardo verso la citta di Grunburg, li incontrerai l'uomo che e a capo dell'Ordo Iustitiae, un uomo di fede. >>
<< come faro a riconoscere i miei compagni e il capo gilda?? >>
<< Sigmar vi fara incontrare, adesso inginocchiati è l'ora del tuo giuramento >>
Mi inginocchiai mentre l'anziano prete accese alcune bacchette di incenso, l'odore si spanse velocemente per tutta la cappella.
Il prete prese l'antico Tomo ancora una volta e poggiatolo sul mio capo disse
<< Guerriero! rimembri le parole che il Sommo Sigmar pronuncio il giorno del tuo arrivo? >>
ricordavo perfettamente quello che vidi scritto sul tomo quel giorno
<< Chi si crogiola nella Luce, nelle tenebre morirà;
Chi nelle tenebre combatte per la giusta causa di Sigmar nella Sua Luce vivrà, cosi Egli disse. >>
<< Per Sigmar !! >> disse il prete
<< Per Sigmar !!! >> risposi
---§§---§§---
La mattina dopo salutai l'anziano prete e partii alla volta di Grunburg, distava tre giorni a piedi, " la penitenza del cammino è il primo passo verso la salvezza " ripetava spesso il prete, cosi mi incamminai.
Sul calar della sera mi accampai in un piccolo spiazzo.Prima di cedere al sonno lessi alcuni passi del libretto che il prete mi diede prima di partire.
Nel libretto veniva narrata la storia dell'Ordo al quale adesso appartenevo, cosi compresi che quel vecchio era in verità Heinrich, il fondatore
---§§---§§---
Si narra, che ogni uomo segua il proprio destino senza opporvi mai resistenza quasi consapevole del fatto che sarebbe inutile opporsi al volere divino.
Pochi uomini, a dispetto di tutto, hanno tentato di ribbelarsi a tale consuetudine, perseguendo i loro sogni,ideali o cerca, tali uomini si innalzano al disopra di tutti gli altri poiche solo chi esercita il libero arbitrio è artefice del proprio destino.
---§§---§§---
Dal Diario personale di Olderico De Bernard
Le Origini
La mia casata affonda le proprie radice in due regni che per molto tempo, e forse tutt'ora, sono stati sempre in guerra.
Il capostipite della mia casata era un nobile Cavaliere di Bretonnia, Duca Goffredo De Bernard della Casata di Carcassone.
In quel periodo Bretonnia aveva mandato una spedizione per liberare i principati di confine dalla presenza degli Orki, il Duca Goffredo faceva parte di quella spedizione.
La guerra durò per molti anni ma alla fine i Principati furono nuovamente liberi, molti cavalieri tornarono in patria mentre altri rimasero a guardia di quelle terre stabilendovi la propria dimora.
Quelle terre forse per la loro posizione strategica o forse per le ricchezze che si riteneva nascondessero furono oggetto e ossessione della cupidigia di molti Conti e Marchesi dell'Impero, scoppiarono cosi nuovi tumulti e la guerra incendio nuovamente quelle terre.
Passarono altri anni ed alla fine i due regni Bretonnia e Impero riuscirono a trovare un accordo, ed i principati vennero divisi.
Fu in quegli anni che Goffredo si innamoro della giovane Alma primogenita del Conte Von Rhanz.
I due convolarano a nozze e sebbene la famiglia di lei non era d'accordo alla fine il matrimonio venne accettato.
Dalla loro unnione nacque Frederigo, ma quelli erano anni cupi e la gioia di un figlio venne spenta dalla guerre. Da Ovest il principato di Luccini spingeva per estendere i propri domini, da Est scorribande degli Orki erano il presaggio di un immenente Waag, ma un cancro ben piu pericoloso rodeva e consumava quelle terre dal di dentro. Orde si Skaven, uomini ratto, si muovevano nelle profondita della terra e non vi era piu capanna o castello che fosse al sicuro.
La Guerra divampo nuovamente, il male si fece strada fra i corpi senza vita e difensori e attaccanti vennero consumati dall'odio e dalla disperazione.
Molti anni passarono da quel periodo, a Frederico seguirono altri Cavalieri ma col tempo le tradizioni divennero ricordi e questi lontane leggende.
---§§---§§---
Quando venni al mondo i Principati erano l'ombra di quelli che furono un tempo, da principati Bretoniani a Colonie Imperiali adesso convivevano nelle stesse terre uomini che delle proprie origini ricordanopoco o nulla, pirati, e altre orrende bestie.
All'eta di otto anni venni istruito all'arte della guerra, mio padre Frederico III, memore di un antica tradizione Bretoniana appose alla mia nascita, una spada accanto alla culla, la tradizione della Spada di Nascita di Carcassone voleva che nello stesso momento in cui il bambino fosse riuscito a brandirla sarebbe stato istruito alla guerra.
Fu cosi che all'eta di 12 anni mi ritrovai gia abile nella scherma, ma ero pur sempre un bambino e come tale mi divertivo a giocare ai cavalieri con i figli dello stalliere Otto e Franz, mio padre era sempre in Bretognia nostalgico dei racconti sul Duca Goffredo di Carcassone, ma da questi viaggi non fece piu ritorno, al comando della nostra casata sali il fratello il Duca Manledro e da quel momento le ombre avvolsero tutto il castello.
Non avendo compiuto la matura eta non potevo prendere il posto di mio padre, e per allontanare la mia minaccia al suo potere il duca Manledro mi spedi a Luccini per impare a combattere ma in cuor suo si augurava la mia morte.
In quegli anni molte furono le guerre alle quali partecipai e delle quali non capivo il motivo, ma ad un soldato non è dato pensare e l'unica cosa che potevo fare era combattere e combattere fino allo stremo finche non vi erano piu nemici, fu in quegli anni che la mia foga e rabbia ne combattere mi valsero il nome di Malatesta, ma gli altri non potevano capire quali sentimenti bruciassero il cuore di un uomo che fu bambino per soli 8 anni e che non conobbe mai l'affetto dei propri genitori, l'unica cosa che mi era stata accanto era la mia spada e ad essa mi legai celebrandola in battaglia lavandola con il sangue dei miei nemici.
---§§---§§---
---§§---§§---
Il 18 anno
In quegli anni, acquisi molta notorietà fra i soldati di ventura che affollavano il regno di Luccini, tanto da essere nominato capitano.
L'esercito nel quale prestavo servizio era quello del Conte Rodrego un'accozzaglia di mercenari provenienti da tutti i principati, gente stolta e accecata dalle ricchezze promesse eccetto per un piccolo gruppetto di uomini sempre vestiti di nero che il conte aveva da poco assoldato. Di loro si perdevano le tracce prima di ogni attacco ma ricomparivo al termine di questo con la testa del generale nemico.
Il Conte Rodrego era un avido e panciuto signorotto che aveva ereditato il suo titolo a seguito di assassini e complotti.
Non sapevo molto su di lui e non mi importava poi molto,l'unica cosa che volevo era riscattarmi e tornare alla mia vecchia casa.
---§§---§§---
Alcuni mesi dopo il mio 18 anno il Conte mi mando a chiamare.
<< Capitano Olderico presto dovremmo scendere in guerra, dovremo difende il castello, un re dei nani ha rivendicato tali territori come i suoi....è un pazzo se crede che cederò alle sue richieste>>
Aveva uno sguardo strano misto di rabbia e paura.
<< vi assegno un compito dovete uccidere il generale nanico prima che quelli lo facciano per il loro signore>>
" Quelli " erano quegli strani uomi vestiti in nero comparsi nel nostro esercito qualche anno fa, venni così a sapere che erano sicari elfi oscuri e che erano stati loro a convincere il Conte ad assoldarli, e dalle parole del Conte pareva che il loro scopo fosse quello di uccidere tale generale nanico.
Forse per paura di venir ucciso il Conte mi affido tale incarico alla cui pericolosità non badai forse per quelle parole che il Conte mi disse alla fine:
<< Portami la testa del generale Olderico e riavrai la tua libertà, potrai ritornare nella tua casa e vendicarti così dei crimini commessi da tuo zio Manledro>>
Tutto mi fu chiaro, la scomparsa dei miei genitori, il mio esilio fu tutta opera di Manledro.
Quella notta illuminato dal fuoco di una fucina scrissi il nome di Manledro sulla mia spada e giurai su me stesso che non avrei mai avuto pace finche non avrei fatto giustizia
La mia Giustizia!
---§§---§§---
Una settimana dopo l'esercito nanico strinse d'assedio la fortezza del conte.
La guerra duro per giorni e molti uomini e nani trovarono la morte, i nani non mollavano la presa come se quel castello fosse loro per diritto il nostro esercito riusci a respingere le prime ondate facendo ritare i nani.
Ma quella che sembrava una ritirata altro non era che una tremenda trappola, il Conte mando quasi tutto l'esercito all'inseguimento, ma oltrepassate le colline la grandezza dell'errore commesso fu palese a tutti.
Ci ritrovammo un intera batteria di cannoni davanti, il suo urlo squarcio il cielo e la furia dei nani si abbatte su di noi.
Non potendo fare altro spronai i miei uomini e li condussi verso un gruppetto di nani appostati sul finaco destro, una volta in corpo a corpo saremmo stati salvi dai colpi di cannone.
L'esercito del conte ormai diviso in due venne attaccato dai nani il suono dei loro corni riecheggiava tutt'intorno.
Le nostre sorti erano ormai segnate ma l'improvvisa comparsa del gruppo degli Elfi oscuri adesso molto piu numeroso prese alla sprovvista tutti, i nani bruciarono di odio alla loro vista e si scagliarono sugli elfi facendo salva la vita di molti uomini.
L'esercito fu chiamato a raccolta. Il Conte palesemente impaurito promise ricchezze e onore a tutti e l'esercito attacco di nuovo.
Nel caos totale nani uomini e elfi oscuri si combattevano, ormai contava solo riuscire a restare in vita.
Al termine della giornata, l'esercito dei Nani venne soverchiato ed infine schiacciato, dell'esercito del conte restava ormai poco cosi come del contigente degli Elfi.
Durante glil ultimi scontri mi lanciai all'attacco del generale nanico, Thangrim era il suo nome. Era possente e i colpi della sua ascia vibbravano nell'aria risuonado.
Nonostante avessi combattuto numerose battaglie mi era difficile tenergli testa
<< Umano non so cosa ti spinga a combattere ma questa guerra non è la tua>>
disse
<>
<< Sono Spiacente la vostra testa sara la chiave per la mia libertà >> risposi
<< e sia la furia dei Nani colpira anche te>>
Lo scontro fu durissimo, ero stremato ma dentro di me non sentivo la solita furia che mi valse il mio soprannome, provavo qualcosa di diverso per quel Nano stima o forse rispetto.
Non feci in tempo a terminare i miei pensieri che una salva di frecce nere investi da dietro Thangrim due di queste mi ferirono alle gambe e caddi a terra
<< Un cambattimento troppo lungo pelle chiara >> non capivo chi fosse e sentivo che le forze mi stavano abbandonando
<< sempre a dilettarvi nel combattimento voi stolti uomini dovreste conoscere le arti di uccisione del nostro signore e padrone, ma forse non riuscireste a capirle >>
Un ombra scura apparve, era Ghenladan maestro assassino degli Elfi Oscuri.
<< Ghenladan !!!! conosco la tua voce >>
tuono la voce di Thangrim straordinariamente ancora in vita
<< ahahaha povero nano sei gia morto eppure ancora ti aggrappi alla tua vita?>>
<< il rancore ci tiene in vita piu di quanto potresti pensare Elfo >>
Il nao si getto all'attacco ma un altra salva di frecce lo investi, egli cadde ma si rialzo nuovamente, ma il bagliore di una lama spense definitivamente la sua vita
<< stupidi nani sfidare la morte è impresa assai ardua specie se il marchio di Khaine è gia impresso sulla carne, AHAHAHAHAHAH>>
Le forze mi abbandonarono e persi i sensi
---§§---§§---
---§§---§§---
Il Risveglio
Non saprei dire per quanto tempo rimasi incosciente, ma nel buio di quel sopore una voce roca mi destò:
<< Ehi!! Qui c'è uno !!>>
<< E' uno dei nostri fratelli?>>
<< No è un omino>>
Quando apri gli occhi vidi le figure di due Nani che mi oservavano sospettosi
<< Tagliamogli la testa!! dico io, non vedete quanti dei nostri sono caduti accanto a lui?? >>
<< No, dobbiamo tenerlo in vita, dobbiamo sapere cosa sia successo qui credo che molte pagine saranno aggiunte al grande libbro dei rancori>>
I due continuarono a parlottare in nanico, provai ad alzarmi, ma la lama di un ascia si poso sul mio collo,
<< non provare a muovere un muscolo omino o la tua testa andra a saziare i porci >>
<< Fratello Thonr , fratello Ghorf fate alzare l'umano>>
le ossa mi dolevano e mentre mi alzavano la spada mi cadde dalle mani incapace di trattenerla.
Il Nano che aveva dato l'ordine la raccolse e la osservo
<< ... una spada Bretoniana.. di Carcassone pergiunta, qui a Luccini nei Principati ed adesso in mano ad un Nano, sono curioso di conoscere la sua storia ma questo non è il tempo per i ricordi, molti morti aspettano sepoltura e una giusta vendetta.. >> un particolare incuriosi il Nano
<< Manledro, questo nome è annoverato nel nostro libbro dei rancori, ma la sua storia è ormai conclusa, tuttavia il suo nome su questa spada ti lega a lui e come lui dovrai morire>>
A quelle parole un grande vuoto mi inghiotti, mentre un improvviso odio verso tutti e tutto cominciava a bruciarmi dentro . Il Nano si accorse del cambiamento
<< Non sei dispiaciuto della morte di uno della tua casata; No, lo leggo nei tuoi occhi, vedo odio e non disperazione, allora dimmi umano cosa ti legava a quel uomo?>>
Raccontai al nano la mia storia ed egli sembro comprendere i miei sentimenti, quando terminai il nano si accese una pipa e sembro riflettere su quanto da me raccontato.
<< Umano i fatti di oggi ti scagionano in parte, per tua mano molti dei nostri sono morti, sarà quindi il consiglio a decidere sul tuo futuro, per adesso ti basta sapere che sei difronte a Dugrim ChiomaRossa >>
Qualcosa mi colpi alla testa e le tenebre calarono nuovamente su di me.
---§§---§§---
Ricordo poco o nulla di quel viaggio, solo poche parole e qualche immaggine sbiadita, di certo al mio risveglio mi ritrovai in una qualche roccaforte Nanica chissà dove nel mondo.
Nei giorni che seguirono Dugrim mi porto davanti ai grandi generali e consiglieri di quella fortezza, da quanto avevo capito la mia vita era legata al loro giudizio.
<< Hai fatta salva la vita Umano>> disse Dugrim dopo una lunghissima giornata passata davanti al grande consiglio.
<< Ma ad una condizione, non dovrai mai pronunciare ad anima viva quanto hai visto della fortezza ne dovrai mai pronunciare i nomi di coloro che ti hanno giudicato, se disonorerai tale giuramento la morte verra a risquotere quanto in quel campo gli fu tolto>>
Negli anni che seguirono, scelsi di restare con i nani, venni assegnato al clan dei Ranger che operava in superficie, la fortezza sotterranea era a me preclusa e mai piu mi fu concesso vedere le sue grandi sale.
Dugrim ChiomaRossa, osservava il mio operato e fu felice nel vedere che mi battevo contro i loro nemici.
Passarono quasi 5 anni e un giorno Dugrim mi disse
<< Olderico è giunto per te il tempo di partire, i capi hanno valutato il tuo operato, il debito nei nostri confronti è ormai pagato, sentiti libero di andare dove meglio credi >>
Fu cosi che mi condusse in cima ad una collina, il sole stava calando e i suoi raggi di color rosso tinteggiavano l'inizio di una nuova sera.
<< quelli che vedi a nord est sono i monti grigi, al di la l'Impero si erge solitario a bastione nella lotta contro forze che ancora non hai conosciuto.
La grande foresta che vedi sotto tali monti è la foresta incantata degli Elfi dei Boschi, piu leali di quelli da te conusciti a Luccini,se leali si possa dire degli Elfi, ma per questo non meno spietati e crudeli, se tieni alla vita non avventurarti per quella foresta.
Le grandi distese che vedi a sud ovest sono le terre natie della tua casata,il regno di Bretonnia dimora dei cavalieri, oscuri poteri di necromazia incombono su quelle terre e i cavalieri sono costretti a combattere per mantenere questa minaccia lontana,
le vie sono molte come vedi adesso sta te prendere in mano il tuo destino.>>
Addio Olderico amico dei Nani!!!>>
---§§---§§---
Il lungo cammino
Molti giorni passarono da quando lasciai il territorio dei nani. Seguì un piccolo sentiero che si insinuava fra i monti. Sebbene in principio non avessi idea di che strada percorre, pian piano si fece sempre piu pressante il desiderio di visitare i luoghi di nascita di mia madre.
Sapevo poco dell'Impero, da piccolo gli insegnanti mi istruirono sulla storia di Bretonnia ma quelle regole e quelle tradizioni non mi appartenevano eccetto forse per la spada.
Cosi seguendo quel sentiero mi innoltrai nel territorio dell'Impero.
Lungo il camino trovai un cartello, indicava la direzione per quella che sapevo essere la capitale Altdorf e ammoniva i visitatori: << perseguite la retta via o stranieri che vi aggingete a posare i vostri passi nel territorio di Sigmar, Egli vi osserva e il suo martello vi schiaccerà qualora lascerete la retta via per innoltrarvi lungo le vie perniciose ed eretiche dei poteri oscuri >>
Camminai solitario ancora per qualche giorno prima di incontrare qualcuno, una piccola carovana.
Parlai con quella gente e mi dissero che si stavano dirigendo a nord dell'Impero verso la capitale.
Erano contadini ed operai che si spostavano per cercare lavoro, accennavano a dei movimenti su ai confini nord, parlavano di un ombra che presto sarebbe scesa sull'Impero e che Sigmar avrebbe avuto bisgno di ogni uomo per salvare ancora una volta il paese.
Non badai molto alle loro parole, sapevo che spesso le voci su qualche avvenimento cambiavano molto rapidamente passando da bocca in bocca.
In quei giorni di viaggio appresi molto sull'Impero e dei suoi nemici che lo rodeva dall'esterno e dall'interno: Orchi, uomini bestia, vampiri ,necromanti, Chaos.
<< Un ottimo posto per brandire la mia spada >> pensai
Altri giorni trascorsero, poi all'improvviso il terrore ci assali.
Erano le ultime ore di un pomeriggio di autunno quando qualcosa a me sconosciuta assali la carovana con un impeto e una furia mai vista.
Cercammo di organizzare una disperata difesa, i carri vennero radunati e usandoli come scudo ci preparammo a resistere.
Erano delle strane creature, mezzi uomini e mezzi bestie si muovevano veloci emetterndo orribbili grugniti.
I fucili fecero fuoco dopo che il lamento di quello che doveva essere il loro capo ruppe il silenzio. Le bestie ci piombarono addosso.
Mentre attendevo che quelle creature si avvicinassero lessi nei volti di quelle persone le atrocità a cui dovevano sottostare abitualmente e pensai che non ve luogo in questo mondo in cui un giusto possa vivere seneramente, la giustizia va perseguita con la forza.
Combattemmo disperatamente cercando di respingere quei mostri, l' odio che bruciava dentro di me mi dava la forza di continuare a combattere, gli anni di guerra e di addestramento mi avevano reso piu forte e la mia prova sarebbe presto giunta.
Dopo essermi liberato dell'ennesima bestia, vidi defilata l'ombra di un essere piu grande di quelli che ci stavano attacando, decisi di lanciarmi all'attacco.
Quell'essere si accorse del mio sguardo che lo fissava ed in segno di sfida emise un urlo disumano lanciandosi poi anch'egli nella lotta.
lo scontro fu feroce, i colpi saettavano nell'aria con una velocità sorprendente falciando tutto cio che ci circondava.
Nonostante la sua forza quella creatura menava colpi a caso e parava i miei istintivamente, spinto solo da istinti animaleschi, decisi che avrei atteso un suo attacco per ucciderlo.
L'enorme mazza della creatura si alzo sopra la sua testa per sferrare un colpo micidiale ma l'arco della mia spada gli squarcio l'addome e il suo attacco perse di forza mentre mi colpiva alla spalla.
Rimasi sorpreso nel vedere quella creatura in preda al panico dimenare colpi a nemici invisibbili fracassando ossa e teste dei suoi simili, con un rapido gesto posi fine alla sua esistenza e la testa di quella creatura rotolo fra l'erba.
Con la spalla dolorante non potevo piu brandire la spada con due mani ma quelle persone avevano bisogno del mio aiuto.
Mi precipitai verso i carri e ricorrendo a tutta la mia forza resistetti al dolore per quanto ne fui capace.
I corpi di quelle bestie cadevano uno dopo l'altro e prima del calar della notte lo scontro ebbe termine.
Stremato mi accasciai a terra poggiandomi accanto alla ruota di un carro, i feriti erano molti ma fortunatamente riuscimmo a contenere le perdite.
Quando fummo pronti decidemmo di partire alla volta di un villaggio vicino, non potevamo affrontare un altro scontro, se quelle creature avessero voluto riattaccarci non avremmo avuto una seconda possibilità.
L'esser a non piu di un paio d'ore da quel villaggio rincuoro molti di noi.
il villaggio era quello di Kemperbad
---§§---§§---
Kemperbad
Era ormai notte fonda quando uno sparuto gruppo di viaggiatori entro al villaggio.
Le fiaccole brillavano rosse nell'oscurità della notte e molti cuori si sentirono sollevati nel vedere quelle luci.
Alcuni di noi trovarono posto in una piccola locanda, gli altri si accamparono in un piccolo spiazzo. Una grande statua dominava la piazza, benche rotta rappresentava la figura di un uomo possente, dietro illuminata da alcuni focolari un'antica cappella, nella porta principale uno stendardo raffigurava un martello ed una stella cometa a due code.
Stremato dalle forze mi sedetti accanto alla grande statua, riscaldato dai fuochi della piccola carovana.
---§§---§§---
<< Ti stavo aspettando giovane Olderico >>
una voce mi desto dal sonno.
Il chiarore di un nuovo giorno investi i miei occhi, abbassai lo sguardo accecato da quella luce, senza riuscire a vedere clui che mi stava parlando, a terra i raggi proiettavano la sua ombra, l'ombra di un uomo possente.
<< chi siete e come fate a conoscere il mio nome?? >>
<< conosco molte cose giovane guerriero >>
Alzai nuovamente lo sguardo per vedere quest'uomo e restai sbalordito nell'osservare che era un anziano prete.
il viso segnato da una vita di lotte e la voce profonda di chi ha conosciuto molto piu dei comuni mortali.
<< vieni con me >>
Segui quell'anziano prete all'interno della cappella, dentro la luce fioca di mille candele illuminava un altare su cui era poggiato un antico tomo, dietro di questo la figura di un uomo era intarsiata sulla grande finestra, in mano stringeva un libbro e nella destra un possente martello.
<< colui che stai mirando è il nostro signore Sigmar, grazie a lui queste terre furono unificate ed i nemici annientati, egli si erse come una grande stella su queste terre e la sua luce illumino le vite e i cuori di centinaia di uomini, ma ahi me piu grande è la luce che brilla piu grande sarà l'ombra che da essa si genera.
La pace duro solo per poche decadi nuovi nemici incombono su queste terre a noi comuni mortali è dato il compito di perseguire gli insegnamenti del nostro Sommo Signore Sigmar >>
Il prete continuo nel suo racconto e restai ammaliato dalle sue parole, avevo vissuto senza uno scopo, combattendo per disperazione e odio, forse furono quei discorsi o le parole dell'anziano, ma in cuor mio sapevo di aver trovato una causa per la quale sarebbe valso la pena vivere.
<< conosco la tua storia, ragazzo, le voci viggiano veloci e spesso sono menzoniere ma alcune volte nascondono delle verità.
La giustizzia, l'onore e la devozione rendono un uomo pio ma la vita degli uomini è fustigata dai perniciosi pericoli dei vizi. >>
si avvicino all'altare e ingionocchiandosi pronuncio delle parole in una ligua a me sconusciuta, quando ebbe finito si rialzo e prese con se il libbro.
<< Lascia che Sigmar possa guidare la tua mano, prendi questo sacro testo e lascialo cadere a terra, cio che Sigmar ha in servo per te verra svelato nelle pagine che si apriranno >>
Presi in mano il tomo e sebbene riluttante, lo lasciai caddere in terra, seguito dallo sguardo benevolo dell'anziano prete.
Il tonfo riecheggio per tutta la sala della cappella, quando il libro tocco la dura pietra che lastircava la stanza.
Una leggera brezza fece tremolare le luci delle candele mentre il libro si apriva mostrando le sue pagine.
---§§---§§---
---§§---§§---
Verso Grunburg
Nei giorni che seguirono l'anziano prete mi iscrui alla dottrina di Sigmar, le ferite vennero curate e l'armatura riparata.
La spada venne riforgiata, il nome del mio vecchio zio cancellato ed al suo posto venne inciso : In Sigmar e per Sigmar.
<< adesso sei pronto per incontrare i tuoi compagni, poiche altri prima di te hanno intrapreso il tuo viaggio. A questi uomini il compito di portare la parole di Sigmar ovunque per queste terre.
Volgi il tuo sguardo verso la citta di Grunburg, li incontrerai l'uomo che e a capo dell'Ordo Iustitiae, un uomo di fede. >>
<< come faro a riconoscere i miei compagni e il capo gilda?? >>
<< Sigmar vi fara incontrare, adesso inginocchiati è l'ora del tuo giuramento >>
Mi inginocchiai mentre l'anziano prete accese alcune bacchette di incenso, l'odore si spanse velocemente per tutta la cappella.
Il prete prese l'antico Tomo ancora una volta e poggiatolo sul mio capo disse
<< Guerriero! rimembri le parole che il Sommo Sigmar pronuncio il giorno del tuo arrivo? >>
ricordavo perfettamente quello che vidi scritto sul tomo quel giorno
<< Chi si crogiola nella Luce, nelle tenebre morirà;
Chi nelle tenebre combatte per la giusta causa di Sigmar nella Sua Luce vivrà, cosi Egli disse. >>
<< Per Sigmar !! >> disse il prete
<< Per Sigmar !!! >> risposi
---§§---§§---
La mattina dopo salutai l'anziano prete e partii alla volta di Grunburg, distava tre giorni a piedi, " la penitenza del cammino è il primo passo verso la salvezza " ripetava spesso il prete, cosi mi incamminai.
Sul calar della sera mi accampai in un piccolo spiazzo.Prima di cedere al sonno lessi alcuni passi del libretto che il prete mi diede prima di partire.
Nel libretto veniva narrata la storia dell'Ordo al quale adesso appartenevo, cosi compresi che quel vecchio era in verità Heinrich, il fondatore
Ultima modifica: