Maestro Bakalite
Lurker
scritto da Borde
Nome: Borde
Razza: Uomini
Carriera: Templare del Sole splendente
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Era notte nella foresta e una torcia, guidata da agile passo, sfidava l’oscurità. Di colpo lo vide. Si avvicinò e, scuotendolo, disse “Svegliati…..svegliati uomo, nella migliore delle ipotesi morirai di freddo se resterai qui…svegliati, dannazione!”
Borde, seduto e assopito alla base di una grossa quercia, iniziò a muovere lentamente le palpebre e a ondeggiare il capo, quella voce maschile gli giungeva come ovattata, attutita dal torpore che lo attanagliava e che ancora manipolava i suoi sensi. D’un tratto un colpo secco…era la sua nuca che cozzava contro il tronco della quercia, improvvisato e obbligato giaciglio… Aprì gli occhi, Borde, con un respiro calmo e profondo nonostante il sussulto. Davanti a lui iniziarono lentamente a delinearsi i contorni di una figura umana… “Bene, alla fine sembra che tu ce l’abbia fatta…lasciati guardare un po’…in effetti sei combinato male, ma pensavo peggio. Sai, hai avuto un’idea geniale ad addormentarti proprio qui, nel bel mezzo della foresta…hai rischiato di non svegliarti più fra noi”. Borde, ancora non ripresosi del tutto, con aria stizzita e passandosi una mano tra i capelli, rispose all’uomo “Beh, chiunque tu sia, ti ringrazio per l’interessamento, ma se è al freddo che alludi…ci sono abituato…da anni”. L’uomo sorrise, senza parlare mise mano a una borsa di pelle che pendeva dal suo fianco sinistro, tirò fuori la testa di un membro dell’Armata del Corvo, la mostrò a Borde e gliela lanciò tra i piedi “Vedi” gli disse “il freddo non è più l’unica insidia da queste parti…e neanche la più temibile”.
Borde si alzò in piedi di scatto “Si, lo so,scusa la mia impulsività, dall’estremo Nord giungono voci sui servitori degli Dei Oscuri…e poi la peste, che trasforma gli uomini in creature immonde. Ma piuttosto, dimmi, tu dove sei diretto, cosa te ne fai del capo decollato di quell’essere ignobile…chi sei e…quelle insegne…non mi sono nuove…tu combatti per Sigmar, sei uno dei guerrieri pellegrini…onore a te, dunque”.
L’uomo, stupito dalla risposta di Borde, replicò con fierezza “Il mio nome è Caesar Bernhardt, Templare dell’Ordo Iustitiae, votato a Sigmar e alla causa dell’Impero, cacciatore di streghe. Infilzerò questa testa fuori le mura di Altdorf, affinché gli oscuri emissari del Caos sappiano cosa li attende. Adesso che sai chi sono, dimmi, uomo, come mai conosci il nostro sacro ordine?”
Borde guardò a lungo Caesar, la schiettezza e l’audacia di quell’uomo avevano penetrato la corazza della sua innata diffidenza, stanco e deluso dagli uomini, vide in lui ciò che da tempo cercava. Disse “mi chiamo Borde, ho servito l’Impero, ero un Ufficiale della Milizia. Sul volto porto i segni della mia fedeltà” e mentre diceva ciò mostrò a Caesar le profonde cicatrici che gli solcavano il viso “sarei morto per l’Impero, più volte ho affrontato i nemici anelando una morte gloriosa, quasi bramando di morire alla guida dei miei uomini…poi ho visto la corruzione e la sete di potere dei nostri superiori, ho conosciuto la loro falsità…ho visto piangere le mogli dei miei soldati, dei miei uomini migliori, ho visto le loro famiglie abbandonate…e ho scelto…ho scelto di non scendere a compromessi…ho deciso che non avrei più brandito la mia spada in loro nome. Ma nel profondo il mio cuore è lacerato, vedo l’Impero minacciato e appestato, riesco quasi a percepire, nelle gelide notti e fra la bruma, le preghiere e le voci demoniache dei discepoli del Caos. Stanotte il destino ha voluto che le nostre strade si incrociassero…e io ti domando, nobile Templare di Sigmar, se nel vostro Ordine vorrete accogliere un guerriero puro nell’animo e negli intenti, che sin da ora è pronto a giurarvi eterna fedeltà e obbedienza”.
Caesar raccolse dal suolo la testa ancora sanguinante e la ripose nella sua borsa. Poi scrutò Borde, dal basso verso l’alto, fissandolo a lungo negli occhi “Non so bene perché, ma voglio fidarmi di te; è vero, - disse annuendo con il capo - oggi le nostre strade si sono incrociate…sono sicuro che questo è il volere di Sigmar…raccogli le tue cose e seguimi, seguimi Borde, andiamo ad Altdorf, ti presenterò a Bakalite, il nobile prete guerriero, Cappellano dell’Ordo Iustitiae…lui se vorrà ti inizierà…”
Senza aggiungere altro, Caesar si girò, incamminandosi nella foresta in direzione di Altdorf. Borde, mentre racimolava i suoi pochi averi, non riusciva a smettere di fissarlo…e in cuor suo sentiva vicino l’inizio di una nuova vita.
Nome: Borde
Razza: Uomini
Carriera: Templare del Sole splendente
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Era notte nella foresta e una torcia, guidata da agile passo, sfidava l’oscurità. Di colpo lo vide. Si avvicinò e, scuotendolo, disse “Svegliati…..svegliati uomo, nella migliore delle ipotesi morirai di freddo se resterai qui…svegliati, dannazione!”
Borde, seduto e assopito alla base di una grossa quercia, iniziò a muovere lentamente le palpebre e a ondeggiare il capo, quella voce maschile gli giungeva come ovattata, attutita dal torpore che lo attanagliava e che ancora manipolava i suoi sensi. D’un tratto un colpo secco…era la sua nuca che cozzava contro il tronco della quercia, improvvisato e obbligato giaciglio… Aprì gli occhi, Borde, con un respiro calmo e profondo nonostante il sussulto. Davanti a lui iniziarono lentamente a delinearsi i contorni di una figura umana… “Bene, alla fine sembra che tu ce l’abbia fatta…lasciati guardare un po’…in effetti sei combinato male, ma pensavo peggio. Sai, hai avuto un’idea geniale ad addormentarti proprio qui, nel bel mezzo della foresta…hai rischiato di non svegliarti più fra noi”. Borde, ancora non ripresosi del tutto, con aria stizzita e passandosi una mano tra i capelli, rispose all’uomo “Beh, chiunque tu sia, ti ringrazio per l’interessamento, ma se è al freddo che alludi…ci sono abituato…da anni”. L’uomo sorrise, senza parlare mise mano a una borsa di pelle che pendeva dal suo fianco sinistro, tirò fuori la testa di un membro dell’Armata del Corvo, la mostrò a Borde e gliela lanciò tra i piedi “Vedi” gli disse “il freddo non è più l’unica insidia da queste parti…e neanche la più temibile”.
Borde si alzò in piedi di scatto “Si, lo so,scusa la mia impulsività, dall’estremo Nord giungono voci sui servitori degli Dei Oscuri…e poi la peste, che trasforma gli uomini in creature immonde. Ma piuttosto, dimmi, tu dove sei diretto, cosa te ne fai del capo decollato di quell’essere ignobile…chi sei e…quelle insegne…non mi sono nuove…tu combatti per Sigmar, sei uno dei guerrieri pellegrini…onore a te, dunque”.
L’uomo, stupito dalla risposta di Borde, replicò con fierezza “Il mio nome è Caesar Bernhardt, Templare dell’Ordo Iustitiae, votato a Sigmar e alla causa dell’Impero, cacciatore di streghe. Infilzerò questa testa fuori le mura di Altdorf, affinché gli oscuri emissari del Caos sappiano cosa li attende. Adesso che sai chi sono, dimmi, uomo, come mai conosci il nostro sacro ordine?”
Borde guardò a lungo Caesar, la schiettezza e l’audacia di quell’uomo avevano penetrato la corazza della sua innata diffidenza, stanco e deluso dagli uomini, vide in lui ciò che da tempo cercava. Disse “mi chiamo Borde, ho servito l’Impero, ero un Ufficiale della Milizia. Sul volto porto i segni della mia fedeltà” e mentre diceva ciò mostrò a Caesar le profonde cicatrici che gli solcavano il viso “sarei morto per l’Impero, più volte ho affrontato i nemici anelando una morte gloriosa, quasi bramando di morire alla guida dei miei uomini…poi ho visto la corruzione e la sete di potere dei nostri superiori, ho conosciuto la loro falsità…ho visto piangere le mogli dei miei soldati, dei miei uomini migliori, ho visto le loro famiglie abbandonate…e ho scelto…ho scelto di non scendere a compromessi…ho deciso che non avrei più brandito la mia spada in loro nome. Ma nel profondo il mio cuore è lacerato, vedo l’Impero minacciato e appestato, riesco quasi a percepire, nelle gelide notti e fra la bruma, le preghiere e le voci demoniache dei discepoli del Caos. Stanotte il destino ha voluto che le nostre strade si incrociassero…e io ti domando, nobile Templare di Sigmar, se nel vostro Ordine vorrete accogliere un guerriero puro nell’animo e negli intenti, che sin da ora è pronto a giurarvi eterna fedeltà e obbedienza”.
Caesar raccolse dal suolo la testa ancora sanguinante e la ripose nella sua borsa. Poi scrutò Borde, dal basso verso l’alto, fissandolo a lungo negli occhi “Non so bene perché, ma voglio fidarmi di te; è vero, - disse annuendo con il capo - oggi le nostre strade si sono incrociate…sono sicuro che questo è il volere di Sigmar…raccogli le tue cose e seguimi, seguimi Borde, andiamo ad Altdorf, ti presenterò a Bakalite, il nobile prete guerriero, Cappellano dell’Ordo Iustitiae…lui se vorrà ti inizierà…”
Senza aggiungere altro, Caesar si girò, incamminandosi nella foresta in direzione di Altdorf. Borde, mentre racimolava i suoi pochi averi, non riusciva a smettere di fissarlo…e in cuor suo sentiva vicino l’inizio di una nuova vita.