Hellfire
Divo
[IMGTEXT="http://www.mmorpgitalia.it/gallery/filesnew/6/3/4/8/20090306_watchmen.png"]Come la peperonata del giorno prima, come i troppi capelli nel lavandino, anche se non la volevate, ecco che torna una rubrica alla quale già in passato ho contribuito. Avete presente tutte le cose che di solito non si possono dire? Il "politicamente corretto" e lo sfrenato buonismo ipocrita che spopola in televisione sono banditi. Un luogo dove finalmente sono "storpio" e non "diversamente deambulante", che mi rispetta per quello che sono: un utente che paga. E che altrettanto rispetto pretende.[/IMGTEXT]Internet. La rete. Il villaggio globale. E in quanto tale il villaggio ha necessario bisogno del suo idiota. In un'era in cui sono in moltissimi a sgomitare per ottenere tale ambitissimo titolo c'è un individuo che mette tutti d'accordo: Derek Smart. Derek Smart. Derek Smart. Pare che nominarlo tre volte lo faccia apparire.
Per quei pochi sassi che ancora non lo conoscessero, ecco un riassunto delle sue innate capacità: produrre giochi con più bug di quanti numeri esistano in natura, insultare i propri clienti, insultare chiunque gli passi a tiro, giocare la carta "ce l'avete con me perché sono nero", giocare la carta "io sono ricco e tu sei un pezzente", vantarsi di possedere una laurea che nessuno ha mai visto, vantarsi di possedere una pietra di Marte che potrebbe benissimo essere una mia caccola, produrre prove di presunte email ricevute a sfondo razzista prontamente smentite da chiunque avesse un quoziente intellettivo superiore a uno scarafaggio, produrre prove di presunte telefonate ricevute prontamente smentite da chiunque avesse un quoziente intellettivo superiore a una mosca e infine, ultimo ma non ultimo, "the most impressive feat", distruggere distributori automatici di bibite a pugni.
Uno che vorrebbe programmare e non riesce a cavare un ragno dal buco.
C'è da dire che è nel campo da parecchi anni, direi una buona ventina, e tutta questa pratica ha portato a risultati strabilianti come Universal Warrior, All Aspect Warfare, Galactic Command e Angle of Attack. Mai sentiti? Eppure le loro dieci copie ciascuno le hanno vendute, che strano. Qualche anno fa la possibilità che questo idolo personale di John Carmack acquisisse i diritti della serie FreeSpace, tanto amata quanto compianta, gettò nel terrore migliaia di persone, ma alla fine non se ne fece niente.
Però qualcosa è successo negli ultimi tempi: ha preso possesso del famosissimo Alganon e, come potete vedere, ha già rilasciato appetitose interviste. Ha anche annunciato cambiamenti, stravolgimenti, modifiche, novità, tutto frutto del suo innegabile genio, perché è suo il merito, non di quelle altre decine di persone che lavorano in squadra. Sempre che di "merito" si tratti.
Alganon era uno dei tantissimi MMORPG falliti. Ne nascono quasi quanto ne muoiono, in continuazione, con immensi sprechi di tempo e soldi, e ancora non ne capisco il motivo. La domanda nasce spontanea: non ne abbiamo già abbastanza di questa marea di giochi monopolizzatori per natura e sfasciamaroni per vocazione? (Vedere a questo proposito l'ultimo articolo di Mascalzone sulle primizie coreane)
Mi sembra di rivedere i primi tempi dopo l'uscita nelle sale di Matrix: tutti a copiare l'effetto speciale del rallentatore che gira perché "se lui l'aveva e ha venduto allora anche io che ce l'ho venderò", dimenticandosi che non è per merito di effetti speciali o colori ultravivaci il motivo primario per cui un prodotto vende, ma la qualità.
O la pubblicità, ma questa è un'altra storia.
Per quei pochi sassi che ancora non lo conoscessero, ecco un riassunto delle sue innate capacità: produrre giochi con più bug di quanti numeri esistano in natura, insultare i propri clienti, insultare chiunque gli passi a tiro, giocare la carta "ce l'avete con me perché sono nero", giocare la carta "io sono ricco e tu sei un pezzente", vantarsi di possedere una laurea che nessuno ha mai visto, vantarsi di possedere una pietra di Marte che potrebbe benissimo essere una mia caccola, produrre prove di presunte email ricevute a sfondo razzista prontamente smentite da chiunque avesse un quoziente intellettivo superiore a uno scarafaggio, produrre prove di presunte telefonate ricevute prontamente smentite da chiunque avesse un quoziente intellettivo superiore a una mosca e infine, ultimo ma non ultimo, "the most impressive feat", distruggere distributori automatici di bibite a pugni.

Uno che vorrebbe programmare e non riesce a cavare un ragno dal buco.
C'è da dire che è nel campo da parecchi anni, direi una buona ventina, e tutta questa pratica ha portato a risultati strabilianti come Universal Warrior, All Aspect Warfare, Galactic Command e Angle of Attack. Mai sentiti? Eppure le loro dieci copie ciascuno le hanno vendute, che strano. Qualche anno fa la possibilità che questo idolo personale di John Carmack acquisisse i diritti della serie FreeSpace, tanto amata quanto compianta, gettò nel terrore migliaia di persone, ma alla fine non se ne fece niente.
Però qualcosa è successo negli ultimi tempi: ha preso possesso del famosissimo Alganon e, come potete vedere, ha già rilasciato appetitose interviste. Ha anche annunciato cambiamenti, stravolgimenti, modifiche, novità, tutto frutto del suo innegabile genio, perché è suo il merito, non di quelle altre decine di persone che lavorano in squadra. Sempre che di "merito" si tratti.
Alganon era uno dei tantissimi MMORPG falliti. Ne nascono quasi quanto ne muoiono, in continuazione, con immensi sprechi di tempo e soldi, e ancora non ne capisco il motivo. La domanda nasce spontanea: non ne abbiamo già abbastanza di questa marea di giochi monopolizzatori per natura e sfasciamaroni per vocazione? (Vedere a questo proposito l'ultimo articolo di Mascalzone sulle primizie coreane)
Mi sembra di rivedere i primi tempi dopo l'uscita nelle sale di Matrix: tutti a copiare l'effetto speciale del rallentatore che gira perché "se lui l'aveva e ha venduto allora anche io che ce l'ho venderò", dimenticandosi che non è per merito di effetti speciali o colori ultravivaci il motivo primario per cui un prodotto vende, ma la qualità.
O la pubblicità, ma questa è un'altra storia.
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